Recensione del Prof. Antonio Chiades

Cortina d’Ampezzo

Il titolo della rassegna, “I paesaggi dell’anima”, sta ad indicare la sorgivita’ di una pittura che nasce dall’interiorita’ e si esprime con liberta’, creando suggestioni, novita’ cromatiche, una gradevolezza d’insieme che chiede di essere accolta piu’ che interpretata.

Della pittura del giovane e già affermato artista di Auronzo ha parlato Ennio Rossignoli, sia facendo riferimento alle tecniche usate, come lo sgocciolamento di colore sulla tela, sia richiamandosi all’ originalità dello statunitense Jackson Pollock e alla sua Action Painting.

Andrea Costa, come lui stesso ha confidato, avverte l’impulso ad esprimere con liberta’ le sue emozioni, abbandonandosi ad un cromatismo intenso eppur sorvegliato, che si accende sulla tela suggerendo in chi osserva sensazioni indefinite e indefinibili.

Nelle tele esposte, dunque, il colore diventa protagonista assoluto, scaturendo da quello che potremmo definire l’intervento automatico dell’inconscio.

L’incontro fra la tela e il colore, cosi’, finisce per diventare un campo d’azione, proponendo come esito conclusivo non tanto un quadro inteso in senso tradizionale, ma quello che potremmo di volta in volta definire un piccolo evento.

Prof. Antonio Chiades